Depressione come uscirne: introduzione
In questo articolo affronterò un tema particolarmente delicato e che mi sta a cuore, quello della depressione, chiarendo innanzitutto cosa intendiamo nello specifico quando parliamo di depressione, per poi passare alle strategie utili per affrontarla al meglio.
Buona lettura!
1.Depressione come uscirne: definizione
Prima di poter passare ad esaminare le strategie utili per uscire dalla depressione è indispensabile fare chiarezza sui termini che utilizziamo. La depressione non va confusa con la tristezza, in quanto se ne differenzia per durata e intensità. La tristezza è passeggera, mentre la depressione è “più grave e invalidante” e dura appunto di più. Spesso nella vita quotidiana utilizziamo impropriamente espressioni come “mi sento depresso” per indicare “uno stato di tristezza”.
La depressione si manifesta a più livelli: emotivo, cognitivo, fisico e comportamentale.
La manifestazione emotiva è quella più evidente, in quanto il paziente/la paziente con sintomi depressivi mostra un abbassamento del tono dell’umore per la maggior parte del giorno. Durante la giornata ci potranno essere delle fluttuazioni del tono dell’umore, che sarà comunque basso.
Inoltre, la depressione porta ad avere difficoltà di concentrazione e di attenzione.
Altri sintomi della depressione sono un aumento o una diminuzione dell’appetito, un aumento o una diminuzione del sonno e un calo del desiderio sessuale.
A livello comportamentale, la persona manifesterà una riduzione dell’energia psico-motoria o al contrario un’agitazione psico-motoria e perdita di piacere e interesse per le attività quotidiane.
La Depressione può manifestarsi “in diversi modi”. In questo articolo non approfondirò questo argomento, poichè richiederebbe un discorso troppo lungo, per ora basti sapere che la Depressione può manifestarsi in diverse forme (Depressione Maggiore, Depressione Bipolare, Distimia sono le principali, oltre che Depressione Post Partum).
2.Depressione: le cause
Così come per tutte le difficoltà di natura psicologica non esiste una causa univoca alla base della depressione, ma questa va rintracciata nella combinazione tra più fattori ambientali e genetici. Ognuno di noi può avere una determinata predisposizione o meno a sviluppare la depressione; tant’è che se andiamo a studiare le famiglie di un paziente che soffre di depressione vedremo che la probabilità che un parente stretto come un genitore ne soffra è molto alta.
La predisposizione non è però tutto, poiché non tutti gli individui predisposti manifestano poi il disturbo. La vulnerabilità genetica, ovvero la predisposizione, deve incontrarsi con fattori ambientali affinchè il disturbo depressivo si manifesti.
Fattori ambientali che scatenano il disturbo depressivo in soggetti predisposti possono essere ad esempio la perdita del lavoro, una rottura sentimentale, problemi finanziari, ma anche eventi positivi, come la nascita di un figlio. Tuttavia, è sempre centrale la percezione che la persona ha dell’evento negativo vissuto, come vedremo più avanti.
Vediamo quindi che va adottato un modello di comprensione della depressione che tenga conto sia di aspetti biologici che di aspetti psicologici e sociali.
3.L’approccio cognitivo-comportamentale alla depressione: come uscirne
3.1.Lavorare sui pensieri
Il mio approccio alla depressione è quello cognitivo-comportamentale, come ho già spiegato in un altro articolo in cui ho affrontato il tema dell’ansia. Secondo questo approccio, i nostri pensieri sono alla base delle difficoltà psicologiche che viviamo.
In particolare, nel caso della depressione, la persona comincia a sviluppare pensieri negativi su stessa, sugli altri e sul mondo. Spesso il/la paziente sviluppa sensi di colpa e ha una visione negativa del futuro.
Il primo passo per uscire dalla depressione è quello di iniziare a riconoscere i pensieri automatici negativi, di cui la persona non è consapevole, per poi imparare con il tempo attraverso il supporto dello psicologo a sostituirli con dei pensieri alternativi più funzionali. Questa parte del lavoro è il “lavoro cognitivo”, ossia il lavoro sui pensieri.
3.2.Lavorare sui comportamenti
Un’altra parte importantissima della terapia è quella chiamata di “attivazione comportamentale”, cioè di intervento graduale per riportare la persona a riprendere le attività quotidiane.
Si partirà stabilendo insieme, paziente e psicologo, dei piccoli obiettivi, piccole attività che un tempo davano piacere.
Questa fase dell’intervento è molto importante perché con la depressione le energie calano e le attività vengono abbandonate. Riprendere a poco a poco le attività permette di incrementare il livello di energia.
Riassumendo, il lavoro andrà fatto su due livelli: da una parte su un piano cognitivo, cioè dei pensieri, dall’altra sul piano dei comportamenti, cercando di recuperare il coinvolgimento e il piacere per le attività quotidiane.
Nei casi di depressione grave, sarà utile rivolgersi ad un bravo psichiatra, che ovviamente sappia compiere una valutazione del caso per comprendere se i farmaci siano necessari o meno e quali somministrare. Ovviamente i farmaci non si assumono con leggerezza, farmaci sbagliati sono dannosi! Ma è vero anche che possono salvare la vita!
4.Depressione come uscirne: cosa puoi fare tu
4.1.Gruppi di auto-aiuto
Esistono moltissime associazioni che organizzano dei gruppi di auto aiuto, che offrono supporto a persone che attraversano momenti di difficoltà. Può essere un valido strumento da affiancare alla terapia psicologica individuale e un modo per conoscere nuove persone e sentirti supportato da loro.
4.2.Informati
Allo stesso modo dei gruppi di auto aiuto anche i libri possono essere un valido strumento di self-help; un libro può aiutare a conoscerti meglio e a comprendere quello che stai vivendo.
4.3.Cerca di capire quali risorse hai
Guardati intorno e cerca di comprendere quali “risorse” hai a disposizione. Le risorse sono quelle cose positive che hai già nella tua vita e su cui puoi contare. Possono essere i tuoi amici, il tuo compagno, la tua famiglia, il tuo cane. E se ti senti solo cerca, perché sicuramente qualche risorsa c’è. Può essere una tua passione la risorsa che hai, guardala e sfruttala.
4.4.Scrivi
Quando ti senti tremendamente giù prendi una penna e scrivi. Scrivere è meravigliosamente terapeutico. Vedrai che ti sentirai meglio. Fallo ogni volta che ne senti il bisogno. Ah…dimenticavo…Rileggere quello che hai scritto a distanza di tempo ti farà accorgere di quanti passi in avanti hai fatto.
Pensa alla tua unicità! Questo punto non sta scritto su nessun manuale di psicologia e/o psichiatria. La depressione è un brutto male e chi non l’ha vissuta non sa cosa significhi non trovare un senso alla propria vita, avere idee suicide e tentare anche il suicidio. Chi c’è passato o ci sta passando preferirebbe stare male fisicamente piuttosto che sentire quel dolore che non si vede. E neanche un’alternativa si riesce a vedere.
Una volta ho sentito un commento fatto ad una paziente dal suo psichiatra che le diceva che lei in fondo non aveva nulla di strano, era solo molto sensibile.Quella paziente non aveva una depressione in senso proprio ma aveva in realtà un altro disturbo in cui si soffre anche di depressione (Disturbo Bipolare).Quella frase così semplice le servì per vedere le cose sotto un’altra luce, la luce di una persona sensibile.
Buona vita a tutte/i con le sue Ombre e con le Sue Luci!
se vuoi approfondire altri miei articoli, dai un’occhiata qui https://www.luisademarco.it/come-gestire-lansia/